No Way Down by Graham Bowley

No Way Down by Graham Bowley

autore:Graham Bowley [Bowley, Graham]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Commentary & Opinion, Political Science
ISBN: 9788852019685
Google: VAyghWDddUEC
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2011-07-04T22:00:00+00:00


Parte terza

IL SERACCO

Sabato 2 agosto

Tiocfaidh ár lá.

(Verrà il nostro giorno.)

GERARD MCDONNELL, K2, 2008

Capitolo dodici

Ore 2.00

Jumik Bhote aveva vittoriosamente guidato i componenti della squadra A del Flying Jump sudcoreano giù dalla vetta alle diciannove e dieci circa, trasportando settanta metri di corda nello zaino.

Dove il percorso era sicuro e la neve compatta e affidabile, ancorava un’estremità della corda al terreno per mezzo di un paletto, e i membri del team e gli altri scalatori vi si calavano. Lo sherpa, preparato e in ottime condizioni fisiche, aspettava sopra, poi scendeva più in basso con la corda e di nuovo la fissava nella neve.

Bhote aveva ripetuto l’operazione quattro o cinque volte: si chinava, fissava le corde e scendeva spedito, aiutato in questo lavoro da Chhiring Dorje, lo sherpa della spedizione americana. Alla fine, i team si erano sganciati e avevano proseguito da soli, sparpagliandosi nel buio. Nel lungo tratto di neve, i due leader sudcoreani, Kim Jae-soo e Go Mi-sun, erano avanzati velocemente. E, mentre loro scomparivano fra le ombre, Bhote era rimasto con gli ultimi scalatori del Flying Jump.

Bhote ricordava quanto fossero felici i tre uomini sulla vetta. Prima che partissero per il Pakistan, uno di loro, Park Kyeong-hyo, un ventinovenne del club alpino di Gimhae, nella provincia del Sud Gyeongsang, aveva scritto sulla bacheca del bollettino on line del suo club: “Ora non è più soltanto un sogno. Fra centocinquanta giorni, scaleremo questa montagna. Riuscite a immaginarlo? Non è favoloso?”.

L’anno prima era stato abbastanza bravo da scalare l’Everest. Ma ora Park e gli altri due scalatori, Kim Hyogyeong e Hwang Dong-jin, sembravano stanchi morti. Hwang aveva fatto parte del gruppo di testa partito dal Campo quattro per fissare la corda sul Collo di Bottiglia. Nessuno di loro pronunciò una parola. Si guardavano appena l’un l’altro in silenzio da dietro le maschere.

Bhote li incoraggiò a proseguire. Aveva freddo anche lui, ed era stanco. “Muovetevi! Dobbiamo affrettarci! Per favore.”

Al termine del tratto di neve, dopo una sosta per cercare la strada per scendere, Bhote e i tre coreani si calarono lungo le corde fisse che speravano li avrebbero portati nella diagonale attorno al margine del seracco.

Lentamente, ridiscesero in cordata verso il Traverso. Ma, dopo pochi metri, si bloccarono.

«Andate avanti!» gridò Bhote.

Per quanto lui li incitasse, alla fine i tre uomini più in basso rimasero a dondolare sulla corda, apparentemente incapaci di fare un altro centimetro.

Lo sherpa temeva che la corda non avrebbe sopportato il peso a lungo, ed era anche preoccupato del pericolo di frane di neve o ghiaccio provenienti dall’alto.

«Per favore!»

La sua voce risuonò nel freddo buio del fianco della montagna. Provò a concentrarsi sulla corda, sulla parete di ghiaccio, sulle torce degli scalatori sotto di sé, finché non sentì la mente annebbiarsi.

A Kathmandu, Jumik Bhote, non essendo riuscito a superare l’esame di maturità, aveva cominciato a fare l’autista del family bus acquistato di quarta mano dal fratello maggiore. Lo conduceva per le strade intasate di traffico della capitale, guadagnando cinque rupie per ogni passeggero o turista nepalese che dall’hotel aveva bisogno di percorrere le tangenziali di Kathmandu.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.